ARTE VENTENNIO

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BARI. CASA DEL MUTILATO

2023-11-15 16:58

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BARI. CASA DEL MUTILATO

   La Casa del Mutilato (1935-40) di Bari fu inaugurata il 21 aprile 1940, in occasione della ricorrenza del Natale di Roma. Il progetto è dell'architetto  Pietro Maria Favia (Bari 1895 - 1972), per conto dell'ANMIG, ed è uno dei più tipici esempi di architettura del Ventennio a Bari.


   La forma del lotto, un triangolo isoscele con vertice arrotondato, ha fortemente condizionato le scelte del progettista, che in tale vertice ha posto il fulcro della composizione. In corrispondenza di tale vertice, infatti, è realizzato il prospetto principale, risolto attraverso un portico tetrastilo semicircolare convesso, che si eleva su di un crepidoma, anch’esso a forma di emiciclo. Sulla semplice fascia costituente la trabeazione del portico, si eleva l’attico semicircolare, coronato da una cimasa rettilinea, che presenta tre finestre rettangolari con strombature a spigolo vivo, poste in corrispondenza verticale degli interassi del portico sottostante. La prima parte dell’edificio, con accesso dal vestibolo, è adibita ad aula per riunioni. L’aula si sviluppa a doppia altezza con ballatoio sorretto da pilastri cilindrici; in facciata, in corrispondenza della stessa, le alte vetrate ritagliate nella parete modulano la superficie col ritmo dell’ ordine gigante in prosecuzione del portico del vestibolo. La seconda parte dell’ edificio, più bassa di un piano, è destinata ad uffici. In asse coll’ ingresso principale vi è, sul lato opposto, un secondo ingresso. Lungo l’asse segnato dai due ingressi si collocano il sacrario a pianta circolare e copertura a cupola e l’ aula per le riunioni. Nella Cripta-Sacrario, decorazioni a bassorilievo raffiguranti Vittorie alate del pittore Mario Prayer (Torino 1887 - Roma 1959), realizzate in collaborazione col fratello Guido. Nell’ambulacro, busti in bronzo dell’On. Carlo Delcroix di Antonio Giuseppe Santagata, replica di quello esistente nella Casa Madre di Roma, del Re Vittorio Emanuele III e del Duce Benito Mussolini (scultore Ettore Colla, 1940).


Si tratta di uno dei pochi esempi di architettura fascista rimasti intatti, anche negli apparati decorativi: difatti, i busti del Re e di Mussolini sono tuttora in situ. Ettore Colla, lo scultore autore dei busti, tipico esempio di arte fascista, nel dopoguerra rinnegò due volte: sia il suo credo politico che il suo credo artistico, dandosi al comunismo ed all'astrattismo. Non fu il solo. 



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