ARTE VENTENNIO

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BARI. CASERMA MACCHI

2023-12-25 18:02

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BARI. CASERMA MACCHI

   Il progetto della caserma si deve all’Ing. Cav. Vittorio De Bernardinis dell’Ufficio Tecnico GdF di Catanzaro, che ne redasse una prima versione nel 1927 (i disegni recano la data del 12 novembre 1927) in stile eclettico, ancora fortemente legato a stilemi tardo-ottocenteschi. A causa della temporanea indisponibilità di fondi, l’esecuzione del progetto venne rinviata, sicché, a causa del mutamento del gusto architettonico nei primi anni ’30, venne redatto un nuovo progetto (1932), che è quello realizzato, più confacente ai canoni dello “stile littorio”. Il nuovo progetto venne redatto dallo stesso ingegner De Bernardinis, ma con la supervisione artistica dell’Arch. Saverio Dioguardi (Rutigliano 1888 - Bari 1961) che ne ridefinì le facciate, disegnando i prospetti che vediamo attualmente. “Di fatto la caserma appare uno di quei lavori in cui, auspice la felice mano dell’architetto-artista, Dioguardi è chiamato a conferire dignità, talora solenne, sulla base di sistemi volumetrici e strutturali già definiti” (F. MANGONE 1996). I lavori (Ditta F.lli Cervini di Bari, 1933-36) furono diretti dall’Ing. Ettore Bianco (che nello stesso periodo dirigeva i lavori dell’Ospedale Militare “L. Bonomo”), stante l’indisponibilità del De Bernardinis che non risiedeva in loco. Il nuovo edificio venne inaugurato il 28 ottobre 1936, in occasione del XIV Anniversario della Marcia su Roma (28 ottobre 1922), e consegnata formalmente alla R. GdF l’8 novembre 1938. Esteriormente l’edificio, caratterizzato dalla bicromia dei partiti architettonici in tufo carparo giallo e bianca pietra di Trani, non presenta elementi decorativi, eccettuati i gladi sugli architravi delle finestre del piano nobile contrassegnati dal motto FERT (motto presente sull’emblema di Casa Savoia), nonché i due fasci littori ad inquadrare l’arcata d’ingresso principale, rimossi nel dopoguerra ma visibili nelle foto d’epoca.


   Si tratta prettamente di architettura fascista, ed al suo interno, non più visibili, erano interessanti opere di arte fascista: per una descrizione dettagliata, si rinvia al link qui sotto.





La Caserma “Giovanni Macchi” di Bari e il mistero delle decorazioni futuriste scomparse - Webzine di cultura "glocale" (bari-e.it)


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