Per quanto concerne la capitale TIRANA, riassumiamo schematicamente le tappe principali che determinarono lo sviluppo della città nel Novecento: Non vi è soluzione di continuità tra periodo di Re Zog e periodo fascista, in quanto protagonisti sono sempre tecnici italiani; tuttavia, lo stile degli ultimi anni (1939-43) risente della svolta “imperiale” dell’architettura fascista (conseguente alla evoluzione stilistica dell’E42).
20 gennaio 1920 - Il Congresso di Lushnje dichiara TIRANA capitale del Regno di Albania
21 gennaio 1925 - Ahmet Zogu (Burreli 1895 - Francia 1961) viene eletto Presidente della Repubblica Albanese dall’Assemblea Costituente
1 settembre 1928 - Ahmet Zogu viene proclamato Re d’Albania col nome di Re Zog I
1928-39 - TIRANA capitale del Regno di Re Zog I
7 aprile 1939 - occupazione militare italiana (Operazione “Oltre Mare Tirana”) e destituzione di Re Zog I
14 aprile 1939 - l’Assemblea Costituente Albanese offre la corona di Re d’Albania a S. M. Vittorio Emanuele III Re d’Italia ed Imperatore d’Etiopia
1939-43 - TIRANA capitale della nuova Albania Fascista
14 settembre 1943 - l’Albania è posta sotto la tutela del Reich Germanico
1945-91 - TIRANA capitale dello stato comunista del dittatore Enver Hoxa (Gjirokastër 1908 - Tirana 1985)
L’architettura del periodo 1925-43 suol essere spregiativamente definita “architettura fascista” o “architettura di Re Zog”, in seguito alla severa censura da parte del regime comunista (quantunque il nuovo governo si fosse insediato nei palazzi ministeriali ed abbia utilizzato la gran parte di tali edifici, spogliandoli dei simboli italiani e fascisti); nonostante tale disprezzo, la Tirana del secondo dopoguerra riprende lo schema del piano di Bosio, riconoscendone implicitamente l’imprescindibile cogenza nello sviluppo urbano futuro di Tirana; parimenti, verrà mutato l’indirizzo del linguaggio architettonico, che purtuttavia rivela ancora l’influenza del Razionalismo italiano. Sia Brasini che Di Fausto - i due architetti italiani che conferirono un volto architettonico alla Tirana degli anni Venti - furono proposti a Re Zog dal Duce, che li stimava moltissimo avendone apprezzate le doti professionali in molteplici occasioni: in particolare, per quel che riguarda Brasini, per i magnifici progetti per l’Urbe Massima (non attuati, sui quali Mussolini espresse sempre pareri favorevoli); per quel che concerne Di Fausto, oltre all’opera egregiamente svolta nelle colonie (in particolare a Rodi e a Tripoli) fu il progettista della nuova Predappio (provincia di Forlì), paese natale del Duce del Fascismo.
La prima fase 1925-39 è caratterizzata dal punto di vista politico dalla forte personalità di Zog (dapprima come Presidente della Repubblica, poi come Re degli Albanesi) che rinsalda i rapporti con l’Italia, mentre la seconda 1939-43 vede l’annessione dell’Albania al Regno d’Italia; dal punto di vista architettonico, durante la prima fase prevale un orientamento più tradizionalista (architetti della Scuola Romana: emergono le personalità artistiche di Brasini e Di Fausto) mentre nella seconda prevale un orientamento “razionalista” (architetti della Scuola Fiorentina, il cui capofila è G. Bosio) che tuttavia non costituisce una vera discontinuità rispetto alle architetture precedenti, in quanto le esigenze di rappresentatività monumentale accomunano le architetture della monarchia di Zog a quelle “fasciste”.
Il primo Piano Regolatore (1924-25) viene affidato ad Armando Brasini (Roma 1879-1965) nominato dal Re Zog “Architetto Onorario del Governo d’Albania” per Tirana si ispira a suo stesso piano per quartiere Flaminio a Roma: asse verso il Parco di Liqenit, su collina (a sud) nessuno dei progetti di Brasini per Tirana verrà realizzato, ma formerà la base degli interventi successivi concezione dell’impostazione spazi pubblici improntati connotazione monumentalità, boulevard haussmanniano (detto boulevard Zog I). La piazza centrale si configura come un vero e proprio foro cittadino, all’incrocio tra il cardo maximus e le arterie radiali principali. Reminiscenze dell’architettura classica (ordine di colonne doriche nei propilei d’accesso alla piazza) e del barocco berniniano (organizzazione scenografica degli spazi, impianto ellittico della piazza). Altro precedente è il celebre Piano dell’Urbe Massima (1917) manifesto della sua concezione neobarocca degli stilemi architettonici e delle scenografie urbane. Negli stessi anni (1924-25) PRG di Armando Brasini (Roma 1879-1965) per Durazzo, anche in tal caso rimasto sulla carta; il piano per Durazzo verrà in seguito affidato a Bosio (1939-40), e redatto alla morte di questi da Carmignani e Poggi (1942).
“Alla bellezza ed alla grandezza di Roma mi sono ispirato scegliendo il più celebrato architetto d’Italia, Armando Brasini, per la nuova edilizia di Tirana. Confido col tempo di trasformare Tirana mercé l’arte di Brasini in una delle più belle capitali dei Balcani” [La portata del Patto di Tirana in un’intervista di Amet Zogu, in La Gazzetta di Puglia, 22 gennaio 1927, p. 6].