GHERARDO BOSIO (Firenze 19 marzo 1903 - 16 aprile 1941) fu architetto, ingegnere e urbanista. Discendente da una prospera famiglia di militari e banchieri, frequentò il R. Istituto Tecnico Galileo Galilei (1916-1920) e la R. Scuola Superiore di Ingegneria di Roma (1921-26), dove si laureò il 31 maggio 1926; nello stesso anno prestò servizio militare come allievo ufficiale di complemento nell’Arma di Cavalleria a Pinerolo. Nel 1927 presso l’Università di Pisa, conseguì l’abilitazione professionale, ed iniziò la sua attività professionale a Firenze, sotto la guida del Prof. Ing. Arch. Ugo Giovannozzi (Firenze 1876 - Roma 1957). Nel 1928, sposatosi con un’americana, partì per New York dove lavorò per due mesi nello studio degli architetti McKim, Mead & White. Nel 1929 redasse il progetto del Monolite Mussolini al Foro Mussolini (n. r.) con lo scultore Thayaht (Ernesto Michahelles, Firenze 1893 - Marina di Pietrasanta, Lu 1959), che aveva realizzata la celeberrima testa bronzea DVX, per cui la colonna avrebbe dovuto fungere da monumentale piedestallo. Nel 1931 consegue la laurea in Architettura alla R. Scuola Superiore d’Architettura Firenze. Nazionalista convinto, era iscritto già dal 1923 al PNF, dal 1929 fu ammesso al Sindacato Fascista Architetti della Toscana. Al primo periodo della sua formazione risalgono il Concorso Internazionale per la progettazione del Faro in memoria di Cristoforo Colombo a S. Domingo (1932), il progetto di ampliamento della Villa Acton (1927), nonché una serie di progetti di arredamento realizzati a Firenze per gli Uffici del Movimento Forestieri (1929-30) e per la I Fiera Nazionale dell’Artigianato (1931). Fu chiamato a far parte di commissioni e di giurie di concorsi, in qualità di membro o di consulente artistico, dalla Commissione d’Arte per la sistemazione del litorale viareggino (1931) al Concorso del Giardino Pensile (1931), dai Campionati di Mestiere indetti dalla Federazione Nazionale dell’Artigianato (1932-33) al Premio dell’Ottimo Lavoratore (1932). Nel 1932, in collaborazione con gli architetti Giovanni Michelucci (Firenze 1891 - 1991) e Pier Niccolò Berardi (Montececeri, Fiesole 1904 - Firenze 1989), progettò e diresse i lavori per la realizzazione dei nuovi Padiglioni della IV Fiera Internazionale del Libro al Parterre di Firenze. Il sodalizio col Michelucci si interruppe a causa della malafede di questi, che, disconoscendo il ruolo di Bosio di primo fondatore del Gruppo Toscano Architetti (P. N. Berardi, G. Bosio, S. Guarnieri, G. Michelucci), parteciperà poi coi suoi collaboratori (secondo Gruppo Toscano: N. Baroni, P. N. Berardi, S. Guarnieri, I. Gamberini, Leonardo Lusanna, G. Michelucci) al ben noto concorso per la Stazione di Firenze l’anno successivo; un atteggiamento che non può meravigliare, visto l’arrivismo del personaggio, che nel dopoguerra compirà ardite giravolte stilistiche (e politiche). Partecipò, con propri progetti, alla Mostra Italiana di Architettura e Urbanistica di Varsavia (1935), all’Esposizione Internazionale di Bruxelles (1935) e alla Fiera Campionaria di Tripoli (1939).
Per chi voglia saperne di più, si veda il breve compendio di Simone de Bartolo:
L'opera di Gherardo Bosio in Albania | Prove d'esame di Storia Dell'architettura | Docsity