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Guerra mondiale

2025-06-22 19:34

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Guerra mondiale

 


  Si fa un gran parlare di guerra mondiale, anzi, di "terza guerra mondiale", ponendo l'accento sull'allargamento del conflitto tra nazioni su scala globale: eppure, non è questo il solo discrimine rispetto alle guerre del passato, e neppure il più importante. Ovviamente, l'evoluzione tecnologica - in particolare l'uso di armi nucleari e batteriologiche - fa la sua parte, ma non è neanche questo il vero discrimine. Si tende a dimenticare il fatto più importante: da quando gli USA si sono avviati a divenire i "gendarmi del mondo" non soltanto si è fatto strada il concetto di "guerra preventiva" - strombazzato dai media - ma il ben più pericoloso concetto di "guerra totale": furono proprio le cosiddette "democrazie occidentali", a guida yankee, a ricorrere ad ogni mezzo pur di cancellare dalle carte geografiche i famigerati e "reazionari" Imperi Centrali nel corso della Prima Guerra Mondiale, detta per l'appunto "Grande Guerra". Se per certi versi la Grande Guerra è l'ultima delle guerre "alla vecchia maniera", per altri versi è la prima "guerra moderna": guerra moderna, che non disdegna affatto atti terroristici ai danni dei civili. Colpire obiettivi civili per annientare la popolazione e costringere alla resa incondizionata: è questa la strategia del Pentagono, in ogni guerra dal 1917 ad oggi. Un tempo le vittime civili erano poche, in quanto a morire erano perlopiù soldati: oggigiorno, purtroppo, il numero di vittime tra la popolazione civile inerme supera di gran lunga quello dei militari caduti.

  Ed è proprio ai Caduti della Grande Guerra, la prima "mondiale", che furono dedicati tantissimi monumenti che ancor oggi abbelliscono le nostre piazze. Nel seguito, una anteprima del libro di prossima pubblicazione "Arte e Fascismo" inerente al tema.

"Si è spesso parlato di “monumento-mania” in riferimento alla gran copia di monumenti eretti all’indomani della conclusione della Grande Guerra: indubbiamente, si è trattato del periodo più ricco di monumenti nella nostra Storia. La guerra è vinta, e, nonostante i tristi episodi di vilipendio della Patria da parte bolscevica (ma nel corso del “Biennio rosso”, i comunisti compiono ben altri crimini!), il popolo vuol ricordare degna-mente i propri figli morti in guerra. Si suole, a questo proposi-to, parlare di “appropriazione” del Culto dei Caduti da parte del Regime: noi preferiamo parlare di naturale sovrapposizione dei due culti, quello dei Caduti nella Grande Guerra e quel-lo dei Caduti della Rivoluzione. Numerose furono le vittime delle aggressioni rosse: fascisti o presunti tali, visto che spesso si trattava di inermi cittadini aggrediti perché invisi ai comunisti (un triste copione che, purtroppo, si ripeterà nel secondo dopoguerra con le vendette partigiane, specie nel cosiddetto “triangolo rosso della morte”). La tragica sorte di questi martiri, vilmente assassinati dai nemici interni, fu naturalmente percepita come analoga a quella dei soldati periti a causa del nemico esterno (il quale, però, è opportuno ricordarlo, indossava una divisa, a differenza dei terroristi rossi)".


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