Nel Novecento, pur continuando nella sua espansione occidentale e meridionale fino a superare in tempi recenti la linea di demarcazione della ferrovia, la città di Molfetta predilige linee di sviluppo orientali. E’ in questa direzione che nel primo e nel secondo dopoguerra sono sorti i quartieri dovuti alle rimesse dell’emigrazione e che nel 1926 fu inaugurato l’imponente complesso del Seminario regionale che occupa un’area all’incirca equivalente a quella del borgo antico. Su queste tendenze gioca un notevole ruolo la forza attrattiva di Bari, nello sviluppo della cui area industriale è inclusa anche Molfetta (che nel Ventennio venne addirittura definita “Manchester delle Puglie” per i suoi importanti complessi industriali). In questi anni venne redatto il primo Piano Regolatore Generale (1934) dall’Ing. Sergio Giancaspro: tale piano, solo in parte attuato, prevedeva l’isolamento del Duomo Vecchio e il diradamento del centro antico, secondo i principi giovannoniani già espressi nel Piano Petrucci per Bari Vecchia. Il Mercato Ittico - Frigorifero Municipale (Ing. Felice Mezzina, 1929-30), inaugurato l’11 Novembre 1930 alla presenza di S. E. il Conte Costanzo Ciano (Livorno 30 agosto 1876-Ponte a Moriano, Lucca 26 giugno 1939), rappresenta una notevole emergenza edilizia nell’ambito del lungomare cittadino, rimarcandone la stretta relazione col porto, in quanto l’attività della pesca ha rappresentato sin da tempi remoti la principale risorsa economica di Molfetta. Nel Ventennio il porto di Molfetta divenne “struttura peschereccia di primaria importanza per il basso Adriatico” ed il Mercato Ittico “il più importante luogo di commercializzazione ittica di tutta la provincia”(4). Il legame della fabbrica con la storia locale è sancito da una sobria partitura architettura neoromanica, il cui registro stilistico non è mero esercizio formale, bensì strettamente coerente ad un preciso contenuto ideologico. Come si può osservare dal confronto tra le due fotografie, nel 1934 fu realizzata una sopraelevazione del partito architettonico centrale, scandito da bifore nel medesimo stile neo-medievale, le cui colonne con capitelli pulvinati furono realizzate dallo scultore Angelo Luigi Patimo (Molfetta 27 luglio 1897-?). Detta sopraelevazione era destinata ad accogliere gli ambienti della Casa del Marinaio e del Pescatore con annessa Scuola Popolare Marittima (progetto e direzione lavori Ing. Felice Mezzina, 1934; realizzazione Ditta Sergio De Ceglie); essa “comprende due piani: il primo, destinato a scuola per maestranze marittime, comprende 7 ambienti ben disimpegnati dai corridoi ed un laboratorio attrezzato, sicché è più che sufficiente per i bisogni della scuola che conta tre corsi. Il secondo piano, destinato a casa del marinaio e del pescatore, risulta di 4 ambienti oltre l’ingresso ed i corridoi di disimpegno. [- - -] La costruzione è stata eseguita con ossatura di cemento armato e muri di delimitazione dei vari ambienti in mattoni forati e tufi; i solai sono a struttura mista di cemento armato e laterizi.”