Nella città di Livorno, il monumento più importante per dimensioni avrebbe dovuto essere il Mausoleo Ciano a Livorno: incompiuto a causa delle vicende belliche, il celebrato è colto nella medesima postura, ritto sulla tolda d’un natante. Il progetto (1940) si deve all’Arch. Gaetano Rapisardi (Siracusa 1893-Roma 1988) in collaborazione con lo scultore Arturo Dazzi (Carrara 1881-Pisa 1966) per la parte scultorea: entrambi gli artisti erano, ovviamente, stretti collaboratori di Piacentini (talune fonti attribuiscono il progetto del mausoleo a Piacentini: un errore comprensibile, considerando la vicinanza stilistica degli autori al grande architetto romano). Il Conte di Cortellazzo Costanzo Ciano, gerarca di primo piano e consuocero di Mussolini, ebbe un ruolo di primaria importanza nella vicenda urbana della Livorno del Ventennio: un ruolo paragonabile a quello che ebbe il ministro delle Opere Pubbliche Araldo Di Crollalanza nella città di Bari. Tuttavia, mentre Di Crollalanza fu sempre amato dai baresi, e perfino i più accaniti avversari non poterono mai contestarne i meriti, Costanzo Ciano non fu molto amato dai suoi concittadini. Da un lato, c'era il proliferare di idee comuniste che, purtroppo, non hanno mai abbandonato Livorno; dall'altro, pare che Costanzo non fosse troppo onesto, ma che fosse dedito all'arricchimento personale. Il soprannome affibbiatogli dai livornesi fu “Ganascia”, fatto riportato anche da Indro Montanelli nella sua “Storia d'Italia”. Vox populi… Per saperne di più: Arte e Fascismo. Guida all'Arte del Ventennio di Simone De Bartolo | Cartaceo