Il processo di colonizzazione del Tavoliere delle Puglie si svolse in due fasi. La prima fase (1934-35), segue il primo Piano Generale di Bonifica del Tavoliere (1934), redatto dall’Ing. Roberto Curato (Lucera 1880 – Milano 1935), e vede la realizzazione dei seguenti centri: BORGO LA SERPA attualmente BORGO MEZZANONE (Arch. Domenico Sandri – Ing. Giovan Battista Canevari, 1934-35), e due borghi di servizio, ambedue ricalcanti le caratteristiche del Borgo Mezzanone: BORGO TAVERNOLA (1936) dell’Ing. Mario Quaglini (Milano 1906 – Foggia 1964), non più esistente, e BORGO SIPONTO (Ing. A. Ferraris – Ing. Mario Salvadori, 1937), quest’ultimo realizzato dopo il prosciugamento degli stagni di Siponto, nei pressi di Manfredonia. Il simbolo di Borgo Siponto è la Fontana del Daino (1937), il cui Daino in bronzo è opera dello scultore Tommaso Piscitelli (Giovinazzo, Bari 1877 – Foggia 1956). Alla morte del Curato, l’attività del Consorzio Generale di Bonifica si perpetuò secondando un nuovo Piano (Ingegneri Aurelio Carrante – Giuseppe Medici – Luigi Perdisa, 1938).
Il Borgo La Serpa (oggi Borgo Mezzanone) fu intitolato a Raffaele La Serpa, giovane fascista di Cerignola vilmente assassinato dai rossi a San Severo nel 1921, e fu il primo dei borghi ad essere realizzato nell’ambito del Piano Generale di Bonifica del Tavoliere (Ing. Roberto Curato, 1934) nonché il primo ad essere visitato dal Duce in persona durante il suo storico viaggio in Puglia.Venne progettato dai tecnici Arch. Domenico Sandri e Ing. Giovan Battista Canevari di Roma, e costruito in soli pochi mesi tra il 1934 e il 1935 (Impresa Giulio Scazzeri di Foggia). Attualmente frazione del Comune di Manfredonia (Foggia), dista circa 15 km dal Capoluogo. Lo stile di questo e degli altri borghi coniuga assieme razionalità funzionale e ricupero delle tradizioni costruttive e dei materiali locali. Spina dorsale del borgo è la strada statale che separa in maniera netta gli edifici pubblici dalle residenze (abitazione duplex con copertura piana). Un’ampia piazza-sagrato porticata su tre lati è il fulcro dell’insediamento, e su di essa prospettano la Chiesa con annessa canonica, la Scuola con annessa palestra ONB e la Casa del Fascio, nel cui interno erano anche i locali della sede dell’ONB. La Casa del Fascio si distingue per il grande torrione dotato di orologio, e l’analogia con gli antichi palazzi civici è oltremodo evidente. La Chiesa della Madonna del Grano ha un aspetto “metafisico” caratterizzato da astratte geometrie; l’ampio rosone è sovradimensionato, ed il portico-nartece è scandito da lineari pilastri. I rimanenti edifici sono adibiti ad ufficio postelegrafico, spaccio Sali e Tabacchi, altri negozi, ambulatorio ed annessa farmacia; su quest’ultimo blocco edilizio era visibile l’iscrizione (1936): IL POPOLO ITALIANO HA / CREATO COL SVO SANGVE / L’IMPERO LO FECONDERÀ / COL SVO LAVORO E LO DIFENDERÀ CONTRO CHIVN- / QVE COLLE SVE ARMI / MUSSOLINI. L’edilizia residenziale consta di 10 fabbricati colonici del tipo abbinato (ossia 20 unità per ospitare altrettante famiglie di coloni). Il Duce visitò il borgo l’8 settembre 1934, come anzidetto, ma non ne fu soddisfatto appieno, e pertanto chiamò Araldo Di Crollalanza all’arduo compito della bonifica, che porterà alla realizzazione di interventi urbanistico-architettonici di prim’ordine, degni di stare al fianco con le città di fondazione (ben più famose) dell’Agro Pontino.


Lascia un commento