La sede centrale dell’INPS – nel Ventennio INFPS (Istituto Nazionale Fascista Previdenza Sociale) – si trova a Roma in piazza Augusto Imperatore. Tale piazza venne progettata dall’Arch. Vittorio Ballio Morpurgo (Roma 1890-1966). È d’uopo chiarire – pur non potendo dilungarci in merito alle bimillenarie vicissitudini dell’area in questione – che Morpurgo è l’autore della sistemazione della piazza, mentre la sistemazione (1934-38) del Mausoleo di Augusto (28 a. C.) si deve all’Arch. Antonio Muñoz (Roma 1884-1960). Muñoz ordinò l’eliminazione delle superfetazioni successive (il cosiddetto Auditorium ottocentesco), e fece restaurare il mausoleo: tuttavia, anziché ricostruirne l’aspetto originario (sarebbe stato una falsificazione), optò per una sistemazione “a rudere” riempiendo le lacune con la piantumazione di alberi sempreverdi. Un’idea rispettosa dei valori archeologici, rifacentesi alle descrizioni di eruditi dell’antichità come Strabone di Amasea (ante 60 a. C. – ca. 24 d. C.), i quali, tramandandocene l’aspetto, parlano di un tumulo alberato posto su di un basamento lapideo, alla cui sommità torreggiava la statua bronzea di Augusto (Geografia, vol. III, libro V, cap. 7).
Il primo progetto Morpurgo (1935) prevedeva una piazza chiusa, ossia delimitata da edifici porticati su tutti e quattro i lati, ma l’idea non piacque a Mussolini che ne volle l’apertura verso via di Ripetta, affinché il mausoleo fosse visibile dal lungotevere: la piazza pertanto venne conformata ad “U” aperta verso il Tevere.
Nella grigia monotonia del fronte principale del Fabbricato A (edificio prospiciente sul lato lungo della piazza), spicca il vivace cromatismo dei mosaici di Ferruccio Ferrazzi (Roma 1891-1978), raffiguranti Il Mito di Roma (1938-41); altri mosaici figuranti scene di Vita popolare a Roma (1940) sono nell’atrio del palazzo, opera di Giulio Rosso (Firenze 1897 – S. Paolo del Brasile 1976). Opera di Arturo Dazzi (Carrara 1881 – Pisa 1966) sono le due splendide Vittorie alate con fascio littorio, ad altorilievo, il cui terso plasticismo viene vivamente modellato dal chiaroscuro della luce naturale. Tra di esse, si legge l’iscrizione HVNC LOCVM VBI AVGVSTI MANES VOLITANT PER AVRAS POSTQVAM IMPERATORIS MAVSOLEVM EX SAECVLORVM TENEBRIS EST EXTRACTVM ARAEQVE FACIS DISIECTA MEMBRA REFECTA MVSSOLINI DVX VETERIBVS ANGVSTIIS DELETIS SPLENDIDIORIBVS VIIS AEDIFICIIS AEDIBVS AD HVMANITATIS MORES APTIS ORNANDVM CENSVIT ANNO MDCCCCXL A F(ASCIBVS). R(ESTITVTIS). XVIII [“Questo luogo ove i Dei Mani di (Cesare) Augusto aleggiano nell’aere / riportato alla luce dalle tenebre dei secoli il Mausoleo dell’Imperatore e ricomposte le parti smembrate dell’Ara Pacis / il Duce (Benito) Mussolini distrutti i vecchi luoghi angusti / con splendide vie, case e palazzi / adatti ai costumi della natura umana / ordinò di abbellire nell’anno 1940 – XVIII dell’Era Fascista”]. Ad Alfredo Biagini (Roma 1886 – 1952) spetta l’esecuzione di un fregio ad altorilievo in marmo di Carrara (mt. 41x 2), costituito da 36 figure suddivise in 22 metope, che, ispirato al tema delle Georgiche virgiliane ed alla simbologia del lavoro, ripropone modelli classici e rinascimentali, con costanti riferimenti ad Arturo Martini. Il fregio di Biagini è accompagnato dall’iscrizione IL POPOLO ITALIANO È IL POPOLO IMMORTALE / CHE TROVA SEMPRE UNA PRIMAVERA PER LE SUE SPERANZE / PER LA SUA PASSIONE PER LA SUA GRANDEZZA. Notevole anche il bassorilievo Sacra Famiglia (1940-41), opera di Corrado Vigni (Firenze 1889-1950).
Il terzo edificio prospettante sulla piazza, anch’esso di Morpurgo, ospita il Pontificio Collegio Illirico, contenente opere d’arte di vari artisti slavi tra cui Ivan Mestrovich (Vrpolje 1883 – South Bend 1962). Ai lati dell’abside della Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso, si trovano le statue raffiguranti i titolari della basilica: S. Carlo Borromeo (scultore Attilio Selva, 1938-43) e S. Ambrogio(scultore Arturo Dazzi, 1938-41).
Architettura del Ventennio. Palazzi di Roma di Simone de Bartolo | Cartaceo









Lascia un commento