Ortona

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La città di Ortona (provincia di Chieti) aveva da tempo un Piano Regolatore (ing. Giovanni Nervegna, 1912), ma esso era rimasto lettera morta sino all’avvento della nuova amministrazione fascista, che fu caratterizzata da un attivismo senza precedenti, in particolare per quel che riguarda l’operato del Podestà Romolo Bernabeo. Nell’ambito di tale piano venne realizzata la cosiddetta “Passeggiata Orientale” ottenuta attraverso la risistemazione del viale del Belvedere (1928). Tale viale raggiunge la Villa Comunale (Ing. Vincenzo Tenaglia, 1926), recintata da un’artistica cancellata in ferro battuto (maestro Romolo Consorti, 1927) al cui centro è il piazzale del Littorio, dotato di una fontana pubblica. Nello stesso periodo vennero effettuati notevoli lavori di restauro che comportarono la sopraelevazione e l’ampliamento del Palazzo Municipale (ing. Giovanni Nervegna, 1926-27), inaugurato il 4 maggio 1927 dal Sottosegretario ai LL. PP. Michele Bianchi, Quadrumviro della Rivoluzione Fascista. Tali lavori non soltanto comportarono l’aumento della volumetria, sicché i nuovi ambienti poterono ospitare, oltre agli uffici comunali, anche la locale sede del PNF; ma comportarono anche un notevole miglioramento del decoro esterno del palazzo, che era un ben miserevole esempio della meschina edilizia ottocentesca. Malauguratamente, i danni provocati dai bombardamenti angloamericani hanno privato l’edificio della sua veste architettonica neo-rinascimentale.  Anche la Caserma dei RR. Carabinieri fu sopraelevata ed ampliata (ing. Giovanni Nervegna, 1928). Al fine di secondare la politica del Regime nella lotta all’analfabetismo, venne realizzato il nuovo Edificio Scolastico (ing. Giovanni Nervegna, 1928-30), essendo il precedente insufficiente, in piazza S. Francesco. Il nuovo e vasto complesso edilizio, costituito di 3 corpi di fabbrica disposti attorno ad un cortile aperto, era ricco di decorazioni, ma nel dopoguerra sono state completamente rimosse dai soliti “vandali autorizzati” col pretesto di un “restauro”, forse perché era rimasto qualcosa che ancora ricordava il Fascismo, e quindi ci troviamo dinanzi all’ennesimo esempio di “damnatio memoriae”. Lo stesso Nervegna progettò la Scuola Rurale nella frazione di S. Leonardo (1935), opera purtroppo non realizzata. Il grande Complesso Polisportivo del Littorio (ing. Guido Berardi, 1934), distrutto nel dopoguerra, comprendeva il Campo Sportivo Comunale ed una Palestra coperta. Venne totalmente ristrutturato l’ex Convento degli Agostiniani, che fu adibito ad Istituto Tecnico Nautico “L. Acciaiuoli” (Ing. Luigi Cicchitti, 1924-26). Non fu l’unico caso di ricupero edilizio d’una preesistente struttura conventuale: già dal 1920 l’Ospedale Civile era allocato infatti nell’ex Convento di S. Maria delle Grazie in piazza S. Francesco, struttura che tuttavia si era dimostrata inadeguata, sicché ne venne effettuata la ristrutturazione ed ampliamento (ing. Giovanni Nervegna, 1925). Tra le opere architettoniche private rifulge il Teatro “Francesco Paolo Tosti” (Ing. Tommaso Pincione, 1929-30), già Teatro Vittoria (non in onore della Vittoria riportata in guerra, come verrebbe naturale di supporre, bensì dal nome della consorte del costruttore), inaugurato il 26 Febbraio 1930-VIII con la rappresentazione del “Rigoletto”. Lo stile della fabbrica è il classicismo accademico, praticato in quell’epoca da professionisti del calibro del Bazzani, molto attivo a Pescara in quel periodo. Le parole del progettista stesso ben descrivono l’opera: “In soli 29 metri di profondità è stato difficile ma possibile di ricavare lo spazio per il vestibolo, la sala ed il palcoscenico. Ho profittato, naturalmente, di tutta l’area disponibile di fronte ed in 34 metri ho potuto ottenere anche lo spazio per caffè e per Buffet. Un’ampia galleria, una sufficiente platea ed una sola fila di palchi offrono circa 900 posti a sedere…. La questione dell’acustica e quella della visibilità, credo che siano state risolte soddisfacentemente”.  (Dalla Relazione Tecnica dell’Ing. Tommaso Pincione, 1929). Il partito architettonico centrale si presenta suddiviso in due registri da una trabeazione con balaustra, e tripartito da due ordini sovrapposti di colonne, doriche al pianterreno, corinzie al piano superiore; sulla trabeazione superiore è la scritta “PRO ARTE ET URBE”; su di essa è l’attico recante la lapide con iscritta la data A. D. MCMXXIX-VII E. F. A coronamento dell’attico, opere in bronzo: due aquile ai lati, un simulacro al centro, raffigurante Apollo Citaredo (Ditta Prof. Raffaele Caporali, 1929). I due partiti laterali, simmetrici e lievemente aggettanti, sono coronati da timpani, all’interno dei quali dei clipei contenevano dei fasci littori (talora usati, come in tal caso, anche in edifici privati; attualmente vi è lo stemma comunale, essendo stato acquisito il teatro dalla municipalità). Al progettista nonché committente della grandiosa opera, Cav. Tommaso Pincione, venne conferita dal podestà la cittadinanza onoraria, per il lustro che il teatro aveva dato alla città. Da notare, infine, che dopo un periodo di degrado quasi ventennale, nel 1998 sono iniziati i restauri, conclusisi nel 2006: 8 anni per restaurare un edificio realizzato in soli 2 (tuttavia ci sono casi ben peggiori nel Bel Paese). Tra gli edifici privati residenziali, si ricordi il Palazzo De Benedictis (ing. Giovanni Nervegna, 1931) in corso Vittorio Emanuele II. Dell’Arch. Paride Pozzi (Rivarolo Mantovano 1895 – Pescara 1981), in collaborazione con l’ing. Giovanni Nervegna, è il progetto, redatto per conto del Comune, di un nuovo Albergo Comunale (1939-46) nella frazione di ORTONA MARE; l’edificio verrà completamente distrutto durante i bombardamenti “alleati”; degli stessi autori è il progetto per il R. Istituto Tecnico (1939), non realizzato a causa degli eventi bellici. Infine ricordiamo il Faro (Ufficio Tecnico del Genio Civile, 1937), anch’esso costruito durante il Ventennio, che consta di una robusta torre ottagonale addossata ad un fabbricato alto due piani. Si segnalano per pregio artistico il Monumento ai Caduti di Ortona (1923), in piazza della Vittoria, rifatto dallo stesso autore, lo scultore Guido Costanzo (Ortona, Chieti 1892 – Roma 1982), dopo la distruzione bellica [illustrato nella Rubrica del ns. Direttore], ed il marmoreo Monumento a Francesco Paolo Tosti (1927-28) nella Villa Comunale, opera dello scultore locale Giuseppe Massari (Ortona, Chieti 1890 – 1972). Merita infine un accenno l’architettura sacra. Venne realizzato ex novo il Tempio Votivo e del Suffragio (1922-25), con all’ingresso una lapide in ricordo dei Caduti della Grande Guerra (Arch. A. Lora-Prof. A. Zazzini, 1925). Non mancarono gli interventi sulle preesistenze: all’interno della Cattedrale di S. Tommaso Apostolo furono restaurati gli affreschi (Prof. Antonio Piermatteo, 1922-31; collaboratori Francesco Sarti e Alberto Perrotti), nell’ambito di una campagna di restauro che riguardò l’intero edificio, sotto la supervisione dell’arch. Cav. Luigi Giovanale di Roma. Venne inoltre ridisegnata la Chiesa del Purgatorio con annesso campanile (ing. Giovanni Nervegna, 1931).

S/W Ver: 85.83.E1P

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