A Sulmona (L’Aquila) il Teatro Comunale “Maria Caniglia” (1929-33), il più ampio dei teatri storici abruzzesi, è opera dell’Ing. Guido Conti (Campobasso 1895 – Sulmona 1991), che lo progettò ispirandosi al Teatro Quirino di Roma. Vanto della cittadinanza, aveva una capienza di 1.200 spettatori (attualmente ridotta a 706 per adeguamento nuove normative), una buca per l’orchestra in grado di ospitare 50 elementi, decorazioni e arredi preziosi. Fu inaugurato il 4 Maggio del 1933 con le opere “Rigoletto” di G. Verdi e “Andrea Chenier” di Giordano. Stilisticamente, l’edificio è caratterizzato da riferimenti al classicismo palladiano, evidenti specie nel porticato d’ingresso.
Lo Stadio Littorio (Arch. Prof. Alberto Riccoboni, 1935), oggi Stadio Comunale “Francesco Pallozzi”, capiente di 4.000 posti, si caratterizza per l’uso di un linguaggio classicista razionalizzato, che raggiunge un esito veramente monumentale, purtroppo attualmente sminuito dalla rimozione dei grandi fasci sulla trabeazione dell’ingresso, che erano ideale prosecuzione delle semicolonne che inquadrano le ampie arcate, alla maniera degli archi di trionfo romani. Le cancellate ritraggono campioni sportivi in azione, mentre le previste statue bronzee di atleti da collocarsi nelle nicchie non furono realizzate per motivi d’economia. Autore dell’opera è l’Arch. Prof. Alberto Riccoboni, Soprintendente alle Belle Arti dell’Abruzzo e Molise, autore in quegli stessi anni della Chiesa del Cristo Re a L’Aquila.
Si segnalano inoltre tra le opere del Ventennio un Edificio Scolastico (UTC, 1930 ca.); la sede dell’ONMI, di stile razionale; la Stazione Ferroviaria (1929, distrutta durante la guerra e ricostruita 1947); la Casa ONB con annessa palestra (Ing. Giuseppe Tabassi, 1932); la Casa del Fascio, riveniente dalla ristrutturazione d’un edificio preesistente, e caratterizzata da una torre littoria alquanto ordinaria: la nuova Casa del Fascio (Arch. Mario Gioia, 1939) non fu purtroppo realizzata a causa dell’imminente stasi edilizia bellica.
Nella sede della Banca Agricola, insediatasi nel Palazzo Liberati (sec. XVI), tempere murali (1934) del salone opera del pittore Vincenzo Alicandri (Sulmona 21 maggio 1871 – Torino 8 Giugno 1955), sul tema delle attività agricole ed artigianali del territorio legate agli interessi dell’istituto bancario: la produzione vitivinicola (Vendemmia), l’industria confettiera (Lavorazione dei confetti) la produzione del grano (Mietitura), la lavorazione del merletto al tombolo (Ricamo al tombolo).
Tra gli interventi su edifici ecclesiastici, si ricorda il restauro (1924) degli affreschi nelle volte della Chiesa della SS. Annunziata, condotto dal pittore Amedeo Tedeschi (Pratola Peligna, AQ 1874 – 15 dicembre 1924), concluso alla sua morte dall’amico e allievo Camillo Giammarco (Sulmona, dopo il 1924). Si segnala infine la presenza di una fontanella pubblica (1933-XI) all’ingresso della Villa Comunale, con la data e il fascio littorio parzialmente scalpellati.


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