Nella città di Termoli (Campobasso) vengono portate a compimento molte importanti opere di architettura del Ventennio. Nel 1926 vengono realizzate le Case dei ferrovieri. Nel 1928 vengono effettuati i restauri di consolidamento del Castello, nel 1929 si iniziano i lavori di ristrutturazione del Porto, ultimati l’anno successivo. Tra il 1932 e il 1933 vengono restaurate le antiche mura urbiche. Nel 1933 viene attuato l’Ampliamento della rete fognante. Nel 1936 arriva a Termoli l’Acquedotto Pugliese, che porta l’acqua del fiume Sele (la rete idrica verrà ultimata nel 1942); nello stesso anno viene realizzato il Corso “Umberto I”, che collega la stazione ferroviaria col porto. Nel 1944 gli occupanti angloamericani distruggono barbaramente l’antico Palazzo del Duca Padrone (nell’attuale Largo Giannelli).
L’edificio più significativo è la Scuola Elementare Principe di Piemonte (Ufficio Tecnico Comunale, 1931), che fa da sfondo al Monumento ai Caduti (1926) dello scultore Enzo Puchetti; attualmente essa è sede della Scuola Media “Oddo Bernacchia”. L’edificio, di sobrio stile classicheggiante, si eleva su due piani, oltre al pianterreno, i prospetti sono scanditi dal ritmo delle finestre e da piatte lesene; in corrispondenza dell’asse di simmetria, sono il portale l’attico di coronamento, avente l’andamento d’un timpano appena accennato e recante l’intitolazione dell’Istituto.
Si segnala per il suo pregio architettonico l’Albergo Corona (1930 ca.), di stile Novecento. Gli angoli stondati, la sovrapposizione verticale basamento-elevazione-coronamento, il rilievo dato ai finestroni del piano nobile, rimarcati da cornici sagomate che inquadrano aperture ad arco a tutto sesto, la bicromia del paramento murario, sono tutti stilemi propri del Novecentismo architettonico. Nel 1932 vennero condotti importanti restauri nella Cattedrale di Santa Maria della Purificazione (Alfano di Termoli, sec. XII-XIII), che la riportarono al suo primitivo aspetto romanico.
Nel 1952 venne costruito il Palazzo degli Uffici, che, sebbene posteriore al Ventennio, presenta indubbiamente dei caratteri architettonici coerenti con l’architettura dell’anteguerra, segno che il Secondo Rinascimento Artistico Nazionale non si esaurisce del tutto con l’avvento del caos speculativo del dopoguerra. Nella piazza antistante vi è un’artistica fontana (1949) dello scultore Renato Beretta, in marmo carrarese composta da una vasca circolare con al centro la figura di un giovane che pare soggiogare quattro pesci, anch’essa di stile prettamente neorinascimentale.



Lascia un commento