Trani

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Nella città di Trani si segnala per pregio artistico il Monumento ai Caduti (1925) dello scultore Antonio Bassi (Trani 1889-1965), che aveva già realizzato il Monumento ai Caduti di Ginosa Marina (1922) – distrutto durante l’ultima guerra – e realizzerà in seguito anche il Monumento ai Caduti di Mola di Bari (1932). Aveva inoltre partecipato in precedenza alla Mostra Nazionale degli Artisti Pugliesi a Roma, con l’opera L’Eroe Carsico, che meritò il compiacimento del Duce e del Principe Umberto di Savoia. Scarse sono le notizie su quest’opera, ed è sconcertante il fatto che la gran parte dei testi dedicati alle testimonianze d’arte cittadina non ne facciano neppure menzione, citando soltanto le opere che vanno dall’Antichità sino al XVIII sec. circa (ma ciò si può riscontrare non soltanto per la città di Trani). Per quel che attiene la datazione dell’opera viene solitamente riportata la data del 1923 (probabilmente l’epoca della commissione), ma sul basamento è chiaramente visibile la data del 1925 (anno della collocazione in situ dell’opera) accanto alla firma dell’artista. Seppur di modeste dimensioni, ha una forte valenza scenografica, essendo collocato in asse col viale principale della Villa Comunale ed affacciandosi direttamente sul mare, come la Cattedrale romanica, in ossequio alla vocazione marinara dell’antica Turenum. Al centro di un’esedra marmorea ornata da bassorilievi si eleva il basamento del gruppo statuario – anch’esso in marmo di Trani – che consta di due figure, l’una virile (raffigurante un soldato ferito raffigurato in nudità eroica) l’altra muliebre (simboleggiante la Patria). Nella parte retrostante dell’esedra è affissa la lapide con l’epigrafe dedicatoria: A MEMORIA / DEI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA D’INDIPENDENZA / COMBATTUTA DAL MAGGIO MCMXV AL NOVEMBRE MCMXVIII / IL COMUNE ED IL COMITATO DI ASSISTENZA CIVILE ALLA GUERRA / POSERO. Alla cerimonia solenne dell’inaugurazione, per la quale fu realizzato un arco arboreo ed altre decorazioni floreali dal giardiniere comunale Raffaele Stella, partecipò S.A.R. il Duca delle Puglie; tra le altre Autorità presenti, l’On. Araldo Di Crollalanza, il Gen. Tallarico, il Segretario della Federazione Fascista Cav. Daddabbo. Il gruppo statuario rappresenta “con una figura di giovane donna, vivamente ispirata, l’Idea; l’Idea santa, che anima sempre la nostra vita migliore, che sostenne l’intrepida giovinezza vittoriosa. Essa ha sulle braccia posata la Vittoria alata, e dinanzi il Fante vigoroso, in atto di abbandono. Troneggia questo gruppo su di un’austera esedra armonicamente disegnata con gusto classico, dalla linea forte squadrata romana. Romana è la spada rilevata nel mezzo della facciata interna; ai lati due commenti scultorei, pieni di precisione di caratteri e di vita guerriera”. Sulla facciata esterna è l’epigrafe commemorativa. Il medesimo scultore realizzò pure negli stessi anni l’Ossario monumentale dei Caduti (1924) del Cimitero, “costituito da un’ampia scalinata su cui è posto un altare sacrificale con statua in marmo di un uomo morente avente un’alta croce cristiana altresì scolpita in pietra che si erge sul retro fregiata di una corona di alloro”. Altre sue opere a Trani: le due artistiche fontane (1922) dell’Acquedotto Pugliese ai lati del Monumento a Giovanni Bovio (1915) dello scultore Ettore Ferrari (Roma 1845-1929), in piazza della Repubblica (già piazza Vittorio Emanuele II) recanti medaglioni simboleggianti l’Arte, il Lavoro, la Filosofia e il Diritto; la statua dell’Immacolata in piazza Libertà; la lapide ad Antonio Piccinni. Nella stessa piazza della Repubblica che tuttora accoglie le sue due pregevoli fontane, Antonio Bassi – a quel tempo Segretario del Fascio – fu protagonista d’una vicenda memorabile: arrestato dai tedeschi il 18 settembre 1943 (esattamente 10 giorni dopo il tradimento dell’8 settembre) assieme ad altri 53 ostaggi, riuscì con la sua autorevolezza ed il suo prestigio morale ad evitare un eccidio, persuadendo il comandante tedesco Friedrich Kurtz a desistere dal suo intento.

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